Dedalus
- 28/07/2021 22:33:00
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In questi versi si racchiudono delle riflessioni che potrebbero a tutta prima sembrare del tutto marginali ma che tali non sono; riflessioni in cui lio esiste e non esiste, altalenandosi tra un pensiero ed un non pensiero e tutto diviene dolore, dolore trascendentale, tra il fisico e lo psichico "domani non penso di avere/...conto e riconto i miei averi/mi distraggo e tutto bramo/di tutto mi privo". In quel "domani" esiste un rifugio, rifugio che come il vuoto non dà sostegno, pur essendo immensità, infinito spazio-temporale, nel quale ogni cosa cade e trova allocazione. Questo spazio-temporale diventa così "limite" oltre il quale come il classico "oltre la siepe" cè tutto ciò di cui siamo privi "E’ qui che ho i miei confini/.../Il guinzaglio il muro il cielo le ali/Ed un tempo talvolta di fuga/altre volte d’esilio". Composizione pregevole che bisogna saper analizzaredata data la complessità del pensiero espresso.
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